giovedì 22 settembre 2011

(500) days of summer

Sarà quest'idea di autunno che incombe, nascosto tra i raggi dell'effimero sole di fine settembre, oppure una serata tra amici nel Pub che dieci anni fa raccontava i sogni e le illusioni dei nostri anni ruggenti, ma ieri, dopo un paio di birre scure e un resoconto completo delle figuracce orgogliosamente collezionate dal 2001 in poi, mi è venuta voglia di divagare un pò. Accanto a noi si era appena seduto un gruppetto di matricole o forse sarebbe meglio dire di matricoli, dato che il più sgamato dei cinque aveva artatamente combinato un appuntamento con quattro universitarie, fermamente intenzionato a predare la più carina. Intanto si dava un bel daffare per minimizzare gli eventuali danni collaterali che i suoi fidi compari avrebbero successivamente prodotto. Questi ultimi, dal canto loro, davano piena prova del fatto che le preoccupazioni del "capitano" fossero più che fondate, nel senso che il tentativo  del più intraprendente di accaparrarsi i posti centrali, speranzoso di essere il beato tra le donne della situazione, dava il la a un deleterio processo d'imitazione da parte degli altri tre, originando quella che per il resto della serata io e i miei amici avremo chiamato "2 di picche-zone".
In questa singolare armata brancaleone spiccava il quinto elemento, volontariamente assorto nei propri pensieri e autoesiliatosi nell'angolo più remoto del tavolo, ignaro del fatto che spesso  l'anticonformismo e la distrazione, ci conducono su strade che mai avremmo sognato di percorrere.
E poi arrivano le ragazze, a colorare una serata fino ad allora priva di forma e sostanza, secondo le dinamiche evolutive che noi, due tavoli più in là, avevamo prudenzialmente previsto. Così mentre la più vistosa delle tre flirtava spudoratamente col capitano di ventura e le due centrali creavano un bel muro di ghiaccio dietro cui imbrigliare le malcelate velleità di conquista dei tre fenomeni al centro del tavolo, ecco la quarta scambiarsi uno sguardo col quinto, che come un personaggio baricchiano sembrava soltanto voler assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla. Purtroppo per lui, però, quello in questione era uno di quegli sguardi che non si possono ignorare, forse perchè lei sembrava emergere dall'aurea mediocritas del gruppetto in rosa per il fatto stesso di avere con se un libro di Sepulveda e  un non so che di deliziosamente retrò che traspariva dal suo essere donna. Fatto sta che i due iniziavano a viaggiare su un binario parallelo, mescolando due mondi fatti di identiche contrapposizioni e dando la netta impressione di aver trovato, non senza restarne sorpresi, ciò che da tanto tempo, in modi diversi, andavano cercando.
Immancabilmente, a 20 anni, conosci una persona che ti è speculare in tutto e per tutto e  si incastra come il pezzo mancante di un puzzle in quegli angoli di te che fino ad allora credevi dovessero restar vuoti. Seguono dei mesi e forse anche degli  anni intensi come mai nulla  era stato e più sarà. Purtroppo un bel giorno (o brutto a seconda a del meteo) ti svegli e tutto finisce. Senza colpe e senza motivi, ma solo perchè la perfezione ha tempi di conservazione brevi e come le leggende tende a morire giovane  e in maniera teatralmente drammatica. Niente tragedie però. Verso i trenta scopri che la vera felicità è un sereno senso di sicurezza che raggiungi con qualcuno che non ti assomiglia poi tanto, ma è capace di farti trovare e provare quello che io chiamo equilibrio.
Sarà per questo che rientrando a casa mi è tornato in mente un film di qualche anno fa, (500) days of summer o "500 giorni insieme", che raccontava, appunto, di come il concetto di anima gemella a volte sia  il frutto di un tremendo malinteso. Quantomeno se sei idealmente convinto che la donna della tua vita si chiami Summer e poi, molto tempo e molte lacrime dopo, scopri che c'era un'Autumn ad attenderti.
Così, stamattina, mentre me ne andavo al lavoro con l'Ipod nelle orecchie, ho riascoltato tutta la colonna sonora del film di cui sopra, che per inciso include cover e versioni originali di alcuni dei più bei pezzi scritti tra gli "80" e i "90", spaziando dagli Smiths a Carla Bruni.
E fu così che ripassando nei pressi del pub incriminato, sarei voluto tornare indietro di una sera e facendo il verso alla voce narrante del film recitare ai due piccioncini la frase: "questa è la storia di un lui e di una lei, ma tanto vale chiarirlo subito: non è una storia d'amore".

3 commenti:

  1. Ciao, volevo solo dirti che ho trovato piacevole questo brano in cui sono inciampata per caso; semplice, chiaro, fotografico e mi piace questo tuo modo di ricondurre situazioni a film o canzoni.
    Mi ha regalato un sorriso leggero, grazie.

    Camilla

    RispondiElimina
  2. Sono io a dover ringraziare te per la visita e gli inattesi (e per questo ancor più graditi) complimenti.
    Ps interessante la tua ricerca di un altrove ipotetico e sognante.

    RispondiElimina
  3. oh mannaggia, l'avevo scritto più di due anni fa in uno di quei momenti in cui non sai dove girarti e vorresti solo avere un suggeritore personale che ti dica per filo e per segno cosa fare. In due anni succede tanto o nulla ma di certo ti cambia.
    Sono finita nel tuo blog perchè volevo ascoltare la radio e cliccando a caso sulla pagina di radio deejay mi son ritrovata questo brano davanti (poteri mistici del web e profonda ostilità della tecnologia nei miei confronti sigh); comunque sia per una sorta di karma e riconoscenza nei confronti della casualità volevo farti sapere che avevo apprezzato ma non mi lasciava scrivere un commento se non ero registrata a qualcosa..ecco spiegato l'arcano anche se non richiesto.
    Ok ora torno alla mia piuma d'oca, inchiostro e cera lacca prima di far altri disastri.
    Scrivi un altro brano, se il tuo tempo e la tua voglia te lo permettono, mi farebbe piacere leggerlo.
    Buona giornata!

    RispondiElimina