lunedì 7 novembre 2011

Piovosamente

Cerco il bottone "trash" ma non lo trovo, nel disperato ma poco convinto tentativo di archiviare quest'antipatica settimana, fatta di buone azioni che non resteranno impunite e impegni accatastati come gli scatoloni di un trasoloco interrotto. Nel corso degli anni tutto, o quasi, è sempre sembrato scivolarmi addosso, almeno sul versante professionale, mentre su quello umano, fatti salvi gli eventi a forte grado di prossimità, ho sempre cercato di non drammatizzare, traducendo il tutto in una partecipazione emotiva di durata non superiore alle 48 ore solari. Nel senso che la notte  dormo  e di giorno, se del caso, faccio lavorare sinapsi e coscienza. Purtroppo, ad un certo punto della storia capita qualcosa che mi scombina i piani, ricordandomi che son nudo al di là di ogni evidenza,  prescindendo dalle proporzioni del guardaroba su cui pensavo di poter fare affidamento. Ho avvertito i primi spifferi Venerdì scorso, con un fax recapitato per sbaglio sulla mia scrivania e con lui la scoperta, scomoda finchè si vuole, che una coppia di amici, parte integrante della mia famiglia allargata, era in difficoltà. Decisione tragica del sottoscritto: prendere la situazione in mano e aiutarli a venirne fuori. Nell'assumere questa iniziativa avrei dovuto valutare il fatto che chi ben comincia è a metà dell'opera destinata a finir male. Così, adesso, dopo sani esperimenti di equilibrismo giuridico,  volti ad esercitare un positivo condizionamento su un cliente e una collega, mi ritrovo col prosaico pugno di mosche in mano. In fondo, quando si tratta di amici, il fatto di mettere in pericolo il mio scintillante deretano, non è considerata un'iniziativa degna di apprezzamento, almeno da parte dei diretti interessati. Non mi si contestano ne tempi, ne modi, ne risultati, accusandomi però di aver vinto solo ai supplementari, una partita che solo per affetto ho deciso di giocare al posto di qualcun altro. Ed arrivati a questo punto sono molto arrabbiato con me stesso, per non aver seguito la regola aurea del lasciar cuocere il mio prossimo nel sano brodo degli stolti, e forse anche per il dubbio, che mi assilla, di non aver fatto abbastanza. Tralasciando il fatto che il tutto mi costerà una discreta cifra, oltre a un'ottima bottiglia di Sauternes che ieri, per festeggiare la positiva chiusura della vicenda, ho porato a casa dei salvati/insoddisfatti. Alemo quella, però, se la sono bevuta.

Nessun commento:

Posta un commento