venerdì 14 settembre 2012

Un reality da condominio

Mia madre diceva che ero, sono e saró sempre un impiccione, circostanza che per una serie di motivi non potró mai smentire. Aggiungiamo poi che ho sempre avuto degli amici pettegoli, tipo comari o giú di lí, roba che il poveretto di turno non aveva neanche voltato l'angolo e subito si scatenava una ridda di commenti taglienti e gossip da format pomeridiano. Errare è umano in fondo e come il riccio che amoreggiava con la spazzola continuo a ripetere che farlo mi fa sentire divino...
Nuova vita e nuova casa per il sottoscritto, come peraltro già anticipato nei precedenti post ed inevitabilmente, nuovi vicini. Intransigenti,decisamente intransigenti. Roba che per cambiare la targhetta sul campanello ho dovuto sottostare ai diktat dell'amministratore e farla dello stesso colore e carattere degli altri o, peggio ancora, subire le delazioni di qualche simpatico dirimpettaio per aver parcheggiato la macchina sotto casa pur essendo sprovvisto di permesso e, consequenzialmente, vedere arrivare un vigile taccuino munito ad applicare sulla mia persona, la dura lex sed lex del Codice della Strada. Vabbè, respiro profondo e passiamo oltre, anche perchè questa new way of my life offre degli spunti narrativi a dir poco interessanti. Il personaggio piú baritonale si trova sul pianetottolo ed è anche il padrone di casa. Oltre ad essere l'unico toscano di destra che abbia conosciuto in vita mia è pure logorroico. Ma non cosí, tanto per dire. È un'autentica macchina da guerra sprovvista del tasto mute. Entrare a casa sua equivale a giocarsi un intero pomeriggio durante il quale elencherà ogni singolo successo professionale della propria esistenza, condendo il tutto con tediosissimi aneddoti di carattere personale. Non accontentandosi soltanto di massacrare i miei gioelli di famiglia con monologhi da Dittatore sudamericano, tra la rievocazione di un miracolo e l'altro butta sempre lí, neanche troppo a caso, un invettiva contro il fancazzismo dei giovani d'oggi, contrapponendolo alla frenesia operativa dei suoi tempi. Che l'altra sera dev'essersela un pó presa quando gli ho detto che se mi lasciasse i suoi soldi, che a trenta saprei e potrei spendere, gli cederei di cuore il mio presente professionale in profondo rosso, tanto per fargli provare l'ebbrezza del rischio -concreto- di non arrivare a fine mese.
Tutto ció premesso va poi detto che attorno a questo personaggio ruotano le vicende del palazzo. Da un lato, infatti, ha una questione aperta con la coppia di mezza età del piano di sotto per il dominio sui parcheggi interni, con tanto di ripetuti ed incrociati tentativi, dopo la dipartita della precedente proprietaria, di acquistare l'appartamento del piano ammezzato, per poi giocare il jolly dei millesimi aggiuntivi in sede di assemblea condominiale. Di questa cortina di ferro il sottoscritto non poteva che giovarsi, con lui che mi concede il posto auto abusivo nel giardino condominiale tanto per dare fastidio ai suoi nemici storici. Che a propra volta anno una questione aperta con l'asilo nido al piano terra, reo di ostruire l'uscita dai parcheggi con le processioni di genitori motorizzati che vengono a ritirare, come al Mcdrive, stormi di pargoli urlanti. Esemplificando, stasera la signora, che ha il peso specifico del mercurio, ha iniziato a tediare tre papà che, incolonnati le avrebbero potuto (n.b. Condizionale) ostruire l'uscita. L'ultimo, tra il tredicesimo e il quattordicesimo rimbrotto, ha deciso di prendere il toro (ehm... la signora) per le corna: "Brutta vecchiaccia, ma non riesci a tacere?! Per farti star zitta dobbiamo smetter di far figli per poi essere colonizzati dai musulmani?!" Calava il silenzio, con la signora attonita, il papà paonazzo ed il sottoscritto che abbarbicato in terrazza si chiedeva se l'ultima parte di quella frase, dati i recenti accadimenti internazionali, non ci avrebbe esposto qualche forma di rappresaglia. Silenzio peró destinato a durare ben poco, interrotto dalla gatta del piano di sopra. Maria Paola. Non che abbia mai compreso quale folle meccanismo possa spingere le persone a dare dei nomi da cristiani agli animali domestici (cosí come quindici anni fa alle superiori, non capivo perchè tale Sig. Murru avesse deciso di chiamare sua figlia Marylin), fatto sta che la micia è causa di forti contrasti tra le due coppie rivali e la tizia del piano di sopra. Il perchè è presto detto: la padrona della gatta parte per le vacanze abbandondonando la bestiola al proprio destino. La bestiola riempie di riordini le scale interne del condominio e miagola pedissequamente.
Nota di merito per i personaggi ancor piú spassosi del palazxo d fronte tra cui:
-Manager appena tagliato da tale Mina (che deve essere uno stronzo da competizione) e periodicamente chiama il suo ghigliottinatore per ottenere una secinda chance, salvo finire sempre col minacciarlo in aniera neanche troppo velata"
-Vecchia ultraottantenne che mi fa ciao ciao con la manina e sorride maliziosa (da sempre questa è la fascia d'età in cui il mio fascino dinoccolato riscuote maggiori successi...)
-Potenziale maniaco sessuale con riporto che gira mutandato sul terrazzino a ore 9.15
-Studentessa universitaria che si è quasi buttata dal terzo piano nel tentativo di capire che libro stessi leggendo
-coppia esibizionista con lei che tene le finestre del bagno aperte nelle fasi che precedono la doccia e lui che fa pesi di fronte alla finestra
-inquietante cicciona che occultata dietro alla tapparella del soggiorno osserva tutto e tutti...
Insomma, alla fine un pó impiccione lo sono, ma che ci posso fare se da neanche una settimana, dopo dieci anni di finestra sul giardino interno, mi ritrovo con ben due terrazze che danno su due stade diverse?!
Certe novità, in fondo possono dare alla testa...

3 commenti:

  1. Complimenti: con la tua solita ironia da chi guarda tutto in modo impassibile, sei riuscito a strapparmi un sorriso in una giornata in cui potrei mandare a quel paese chiunque.

    E mi hai fatti venire voglia di novità, di quella sensazione che si prova "quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora", di avere un palazzo da scoprire (o un intero quartiere).
    A questo punto spero che al mio ritorno nel condominio dove vivo, qualche studente abbia lasciato gli appartamenti vicini al mio, così da indagare sulle vite di altri sconosciuti.

    Ho ascoltato la canzone che mi hai suggerito. Non la conoscevo. E' di una piacevole malinconia non indifferente e sono d'accordo sul fatto che sa tanto di autunno. E' da ascoltare seduti su una panchina al parco, a fine ottobre.

    RispondiElimina
  2. Pensa che qualche anno fa volevo comprarmi uno di quegli appare che amplificano i suoni, giusto per carpire al meglio i gossipdel palazzo. Fionn Regan è un emulo di Damien Rice che adifferenza del mio cantautore preferito si è eclissato dopo il primo disco, che peró è un autentico gioiellino almeno per chi, come me è patito di musica folk e indie. Praticamente ho un Ipod pieno di artisti semisconosciuti che cantano canzoni piene di crepuscolari rimpianti.
    P.S. davvero bella l'espressione "quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora" daquasi l'idea di un modo di osservare il mondo che crescendo, troppo spesso, si perde.

    RispondiElimina
  3. http://www.youtube.com/watch?v=pTaB_LVv2NU

    Purtroppo non è un'espressione mia. Se l'avessi partorita io, me ne sarei gloriata da qui all'eternità.
    Ogni tanto mi fisso con questa canzone, ormai la conosco a memoria. Mentre dei tuoi cantautori non so praticamente nulla. Sono un'ignorante!

    RispondiElimina