mercoledì 5 ottobre 2011

Aperitivizzando

Detta così fa molto "Milano da bere", anche se poi, in realtà, siamo duecento chilometri più sotto nel mezzo della provincia emiliana, dove tra buffet che traboccano di salumi e un calice di malvasia si fa presto a dire aperitivo ma ancora più presto a far cena. Che a ben vedere anche lo spirito è completamente diverso, nel senso che ci si siede nel mezzo di quella solita via e da lì si fa a gara a chi saluta più gente, con la vittoria preventivamente assegnata ai soliti noti e tutti gli altri a inseguire. Il crocevia della movida è incastonato tra il Tribunale e tre quarti degli studi legali, così che certe sere immagino di veder arrivare  un giudice con un vassoio in mano a chiedermi se sono pronto a cominciare l'udienza. Il bello e il brutto di una città di provincia. Conosci tutti, tutti ti conoscono. Spesso, troppo spesso, la cosa si traduce nell'inciampare in coloro che ti stanno cordialmente antipatici e sentitamente ricambiano.  "Ciao carissimo, che piacere vederti!" (translated "Maledetto, non poteva esserci un modo peggiore  per chiudere la mia giornata che incontrarti!"). E così via, in un surreale balletto di finti sorrisi e malcelate ostilità. Il mio capo, che è un pò la "Radio Londra" della situazione ha sempre, in questi momenti, una parola buona per tutti. "Vede quella che è appena passata e ci ha salutato?" "Si." rispondo io e lui "Quella se la faceva col personal trainer e il marito poi, non le dico con chi andava lui..." Poi me lo dice, perchè se sei pettegolo fino in fondo non tieni neanche la pipì, figuriamoci un segreto.Le sue narrazioni mi fanno letteralmente sbellicare, perchè nei momenti di sconforto posso buttargli lì un nome a caso, sicuro del fatto che anche sul conto del poveretto di turno, ci sarà una storia decisamente imbarazzante pronta a farsi raccontare. L'informazione è potere, mi ripete di continuo, e tutti sembrano avere qualche seppur piccolo scheletro nell'armadio. Magari un giorno mi affibbierà qualche non meglio precisata conquista esotica! Stasera, però era F. ad essere in vena di conquiste, così che alle sette e un quarto io e un sempre più apatico G. siamo stati trascinati in una fantascientifica serata a sei. F. è lo scapolo d'oro del gruppo, alto, slanciato, ricco e brillante. Oltretutto è medico, elemento che da sempre fa breccia nel cuore delle donne di tutte le età. Ma c'è un ma. Ha avuto un grande amore finito male e da allora vive in un perenne stato di afasia comunicazionale. Non si innamora, come l'Eleonora di Bersani, così che alla fine lascia dietro di se una fila incredibilmente sostanziosa di candidate al trono pesate, misurate e trovate mancanti. A dirla tutta è anche inusitatamente "prugnoso" per dirla alla genovese, nel senso che se il mondo non gira come vuole lui punta i piedi e fa le bizze come un'infante, ma in fondo gli vogliamo bene anche per questo. G. invece è retrò. A trecentosessantadue gradi e mezzo. Veste parla e pensa come un gentiluomo ottocentesco. La sua vita è la musica (classica) e il suo approccio alle questioni di cuore richiama il Woody Allen del "Basta che funzioni". Per farla breve F. ha un'amica bruttina ma simpatica, la classica brava ragazza che tutti vogliono ma nessuno si piglia e, costei, ha delle amiche. Che poi io, strafidanzato, sia finito lì a fare da palo per gli altri due è un altro discorso, perchè in fondo, la parte divertente della serata è stato il "match" con queste tre trentenni atipiche e obiettivamente mal assortite, che sembravano uscite da un programma della De Filippi e non facevano niente per nasconderlo. Va detto che il nostro caro F. sperava, in cuor suo, di trovare ad attenderlo l'unica amica veramente carina di questo gruppetto in rosa che, come da copione, ha dato buca a venti minuti dall'uscita. Dunque, com'è andata? Io, che per le ragioni di cui sopra, assistevo alla partita come spettatore non pagante, sono stato subito intrappolato dalla matriarca del trio in un discorso completamente insensato sul fatto che le persone del posto dimostrassero nei suoi confronti una scarsa affezione. "Sono freddi, sono egoisti, non mi amano, non mi capiscono!". Il tutto seguito da un'accurata sequela delle sue frequentazioni di respiro internazionale, tutte pronte a sottoscrivere un giuramento a maggioranza bulgara, atto a comprovare l'assoluta simpatia della stessa. Il secondo atto si apriva e si chiudeva con un travaso di bile sugli uomini di oggi, che parole sue "non amano e non pagano". E' bastato dirle che la negatività che proiettiamo sugli altri, spesso, è il riflesso di un'insoddisfazione che parte da noi stessi, per guadagnarmi il suo odio eterno e zittirla per il resto della serata. G. intanto rispolverava il suo vecchio cavallo di battaglia. La lista. Per il mio amico tutto ha un'ordine di importanza e di grandezza e lo stilare una classifica lo aiuta a capire se e con quale ragazza provarci. La lista è mobile. Ed è anche articolata. Nel senso che prevede requisiti minimi per l'accesso, un piano d'approccio personalizzato e la possibilità di garantirsi una via di fuga in caso di pericolo. In cima al foglio va una sola, che qualora non si dimostri funzionale al progetto viene fatta scalare a beneficio di un'altra e così via. In questo caso in lista entrava la terza, che era la più carina e per logica la più oca. Ma un'intellettuale melomane come lui, non può rinnegare la lirica in nome del cuore. Così, dopo che l'interessatissima fanciulla confondeva Mendel (noto genetista) con Mendelssohn (noto compositore) ecco calare il silenzio...e l'idillio scivolare, manco a dirlo, sui piselli. Ed F.? Lui intratteneva la sua amica, più per evitare di misurarsi con le altre che per reale interesse.  Questione di reciprocità scombinate. Quantomeno perchè lei ha dato l'impressione, da inizio serata, di volerlo con se per gli anni a venire quell'insolito intrattenitore. Come tutte le storie sconclusionate questa non ha un finale di riferimento, se non la pizza che ci siamo mangiati poco dopo esser scappati con una scusa decisamente fasulla. Ma era pur sempre un aperitivo di provincia no?

2 commenti:

  1. Intendevo esattamente così, bravo!
    Sei partito proprio bene, tono giusto, mette curiosità di proseguire, poi nel mezzo t'incarti un pochino, ci son dei passaggi contorti e troppo colloquiali a mio avviso ma ti sei ripreso subito dopo quindi quasi non si nota.
    Mi è piaciuto molto che tu (il narratore) rimani sospeso, un osservatore della scena di cui dici poco o nulla, anzi l'avrei accentuato.
    Più che le iniziali avrei messo dei nomi fittizi, giusto per dare più scorrevolezza alla lettura e personalità ma questo è davvero un mio gusto personale. Riesce nell'intento dei grandi racconti, dove ogni due per tre ti ritrovi incuriosito e cerchi di figurarti il carattere, la personalità, la fisionomia del narratore e sottilmente scegli per chi parteggiare. (Sono ancora molto indecisa ma propendo per G.).
    Geniale l'idea della lista anche se solo accennata, simpatica, m'è piaciuta e bello il finale..liscio.

    ah cmq io sono genovese e il termine "prugnoso" mi mancava proprio..

    Giudizio, molto piacevole! migliorabile ma per ora il mio preferito (per quel che può valere eh!)

    una piacevole lettura che s'accompagna alla perfezione alla mia tezza di tea fumante..e di questo ti ringrazio :)

    'notte

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  2. E sapessi le evoluzioni di quest'ultimo scorcio di mese!

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