domenica 19 agosto 2012

Ferragosto e dintorni

Al pari del capodanno e del ponte dell'Immacolata quella di cui sopra è una delle ricorrenze più invise al sottoscritto, principalmente per quel diktat socio-culturale che impone di vivere quel giorno come se avesse qualcosa di diverso da tutti gli altri.
Ogni gruppo che si rispetti ha il suo Filini, inteso come tragico organizzatore di eventi sociali ai quali, nemmeno il piú determinato dei membri puó sottrarsi. M. è il nostro. Diciamo pure che da quando è fidanzato con una costosissima fanciulla dell'est le cose sono sensibilmente migliorate, nel senso che lei assorbe gran parte delle sue energie e dei suoi guadagni, salvandoci da alcune balzane trovate. Purtroppo, non da tutte. Capita cosí che in una qualsiasi serata pre ferragostana io possa essere improvvisamente edotto da F. (che poi è il suo braccio armato) che M. Per quel giorno ci invita tutti al mare da lui, in una sperduta località ligure. Invitare poi è una parola grossa, nel senso che dall'avvento della sua consorte in poi ci è stato tacitamente interdetto l'accesso e/o pernottamento nella magione di famiglia, ragion per cui arrivando sul posto ci si deve sentire già fortunati nel vedersi mettere a disposizione per trenta secondi la cabina dello stabilimento balneare, dove cambiarsi in tempo record e riporre alla peggio i propri effetti personali. Sottintendendo che in caso contrario si dovrà provvedere con mezzi propri, rischiando una sacrosanta denuncia per atti osceni sulla pubblica via (reato, peraltro procedibile d'ufficio...).
Sottrarsi non è mai facile, nel senso che F. conta sempre su di me per dividere i costi kilometrici dei trecento chilometri complessivi che separano la città dal mare e per far ció dalle sei antelucane si piazza sotto casa mia ed inizia a maltrattare il mio incolpevole citofono. Il viaggio per me è sempre un'incognita, nel senso che sono ancora nel primo sonno e spesso faccio cose assolutamente prive di senso compiuto. Come l'acquisto di strani gadget in autogrill o RedBull ed m&m's a colazione... Poi, ad un bel momento, verso la fine della Cisa mi sveglio e realizzo. Il trauma sè accresciuto dal fatto che il viaggio, cosí come l'ingresso in paese è un crescendo do curve che metterebbero a dura prova anche il piú duro degli stomaci. Si comincia con delle sinuose chicane e si chiude il lotto con un insidiosissimo cavatappo. In Liguria, una delle cose piú difficili al mondo è la ricerca del parcheggio, stante una presenza umana ben superiore rispetto all'effettiva capienza del posto. Ad alzare il coefficiente di difficoltà, poi, una nutrita schiera di vigili ed ausiliari del traffico, pronti a disoccultarsi e verbalizzare non appena il poveretto abbia appunto trovato il sospirato parcheggio. Dio benedica i GdP, ripeto tra me, che essendo pagati a provvedimento hanno tutti i migliori interessi ad accogliere i ricorsi ed annullare le multe.
La spiaggia ê un qualcosa che per me non sta né in cielo né in terra: lottizzata e privatizzata per tre quarti, con un orrendo accrocchio di cabine e sporting club all'ingresso, quasi che il mare, in questo effimero ensemble di offerte a pagamento sia il parente povero della piscina e del campo da tennis.
Tutto stride,palesemente, con l'idea di libertà che una spiaggia degna di tal nome dovrebbe suscitare in chi la visita.
Gli ombrelloni sono tutti dello stesso colore, divisi da cinque file di tappeti di tela, giusto per impedire ai piedi il contatto con la sabbia (sob!). Pertanto, se come il sottoscritto hai un senso dell'orientamento prossimo al nulla, avrai l'imperdibile possibilità di girare come uno scemo per tutta la mattina, prima di ritrovare la tua roba. Inutile dire che lo spazio vitale è ridotto all'osso, in quanto, causa l'estrema esclusività dello stabilimento di M. i posti vengono assegnati per diritto divino/ereditario, ragion per cui ci ritroviamo immancabilmente ammassati in dodici nello spazio che andrebbe bene per una coppia di neonati.
L'acqua, almeno per i miei standard è sull'oleoso andante e quando ne esco fuori, dopo il bagno, piú che un turista mi sento un benzinaio, dato l'odore di Shell VPower che la pelle si porta addosso.
A volte, proviamo anche ad abbozzare una partita a beach volley, ma il fondo decisamente sassoso, dopo un pó, ci induce a piú miti consigli.
A mezzogiorno, immancabile, scatta il pranzo in focacceria, dove come da copione, mi abbuffo come un suino.
Il momento di estasi alimentare viene spesso turbato da quel personaggio che praticamente tutti, dall'inizio del viaggio, avevamo cercato di ignorare: N/e. Fidanzata rompipalle di D. lei è da sempre la spina nel fianco del gruppo. Magra, nasuta e fumante. Con le sue fattezze da strega nocciola e il suo risultare odiosa anche quando cerca di fare la simpatica è quanto di peggio ci si possa augurare in una giornata ferragostana.
Quasi sempre, tutto comincia con un discorso sul piú e sul meno, tipo il fatto che il fumo e le droghe fanno male. Da lí parte una disquisizione medico-legale coi tre medici e i due avvocati del gruppo che iniziano a disquisire delle conseguenze fisico sanzionatorie per i singoli utilizzatori o a raccontare tremende storielle su pazienti e clienti. Quando pare che la giornata stia prendendo una piega leggera e soave ecco intervenire, a sproposito, la rompipalle. Con qualche storia assurda del tipo "Il fumo non fa male, gli indiani d'america masticavano tabacco e fumavano foglie di coca", tanto per giustificare i suoi due pacchetti di Marbloro al giorno. F. che sentitamente ricambiato la odia, le fa garbatamente notare che il suo esempio è provo di logica, dato che i nativi americani morivano a trent'anni per un raffreddore e i danni del fumo o della coca si intuiscono solo molto tempo dopo.
Da lí parte una rissa verbale, in cui lei alza il tiro delle proprie cazzate e noialtri, nenache tanto bonariamente la sfottiamo. Alla fine tace, per poi covare quel sordo rancore che ci esploderà in faccia all'ora di cena, mandandoci di traverso un piatto di linguine allo scoglio. Il suo amato, sentendosi preso tra due fuochi, proverà a difendera, magari rinvangando con F. o M. qualche antico dissapore delle elementari. Al che, il sottoscritto, che quatto quatto lemme era magari già arrivato al secondo, dovrà interrompere il suo mistico rapporto con la frittura di calamari per evitare che F. e D. passino alle vie di fatto. Col primo che mincaccerà il secondo di lasciare appiedati in liguria i due innamorati.
Il ritorno, manco a dirlo è una riproposizione della guerra fredda sulla macchina di F. con me e lui davanti e la coppietta sul sedile di dietro. In mezzo, due ore abbondanti di tesissimi silenzi intervallati dai miei svizzeri tentativi di svelenire il clima con delle pessime battute notturne.
Bilancio: sonno arretrato, umore pessimo e un sacco di soldi spesi per una giornata del menga.
Morale: viaggiare è sfiancante, costoso e spesso poco igienico. Gesù non è mai andato in vacanza, a meno di non contare quella capatina a Gerusalemme. E sappiamo tutti com’è andata a finire.

4 commenti:

  1. Nei posti turistici la storia dei parcheggi è sempre quella: pochi posti, troppe strisce blu, vigili pronti a fare multe come se per ogni verbale staccato vincessero un premio. Poi però, in inverno, vige l'anarchia più totale.

    Che tristezza questo posto di "mare". Io mi sarei sentita spaesata.
    Eppure che tu devi essere una di quelle persone che butta giù le battute mantenendo la faccia seria.

    RispondiElimina
  2. Un bel premio da circa 200 € lo vincono i Giudici di Pace quando annullano il verbale! E lí io vado in estasi mistica! Il posto in se è bruttarello, ma è anche la compagnia che negli anni è peggiorata.
    A trenta, in fondo, finisci col pagare le frequentazioni sbagliate che avevi deciso di intraprendere dieci anni prima. Pensa che quella larva del mio amico da quando sta con la ragazza di cui parlo nel post non è che l'ombra di se stesso. E peggio ancora ha escluso dal suo mondo persone che gli volevano bene quando lei non era che una lontana ipotesi. Le battute le faccio con la faccia seria. Ma le cose importanti le dico col sorriso. Questo mi porta a sostituire i no con i vedremo. Che sono sempre negazioni, ma risultano di difficile interpretazione anche per me che le pronuncio.

    RispondiElimina
  3. Ne conosco fin troppe di donne capaci di ammaliare un uomo riuscendo inspiegabilmente ad allontanarlo dai suoi affetti principali. Sono troppo di parte, potrei scrivere un trattato a riguardo, ma forse è meglio che mi contenga, altrimenti finirei con l'imbrattare il tuo blog di epiteti poco eleganti.

    Insomma, devo stare attenta alle amicizie adesso per evitare di ritrovarmi tra dieci anni in una terribile quanto esclusiva spiaggia ligure ad evitare spargimenti di sangue tra i miei amici. Buono a sapersi.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è decisamente la cosa piú divertente di questo pomeriggio fatto di afa e cattivi pensieri.

    RispondiElimina