domenica 19 agosto 2012

Scusami

Il sonno tarda ad arrivare stanotte cosí ho deciso di disturbarti un pó. La decisione di non scriverti è presto naufragata assieme a tutti gli altri buoni propositi della settimana, inclusi lo Studio e il trasloco. Credo che il mio rapporto con papá si stia guastando definitivamente, ammesso che si possa definire tale una relazione sociale basata sul condividere casa e televisione. Tu eri la nostra camera di compensazione, l'argine che conteneva le nostre diversità e adesso che sei andata via, il fiume o chi per lui è in piena. Non dico di non volergli bene, ma non lo stimo. Non è un mistero d'altra parte, anche se so che storcerai il naso. L'ho sempre giudicato inadatto al mio contesto, sopra le righe e fastidiosamente supponente. Un uomo senza qualità che ha sempre avuto come unico scopo quello di demolire gli altri, almeno negli ultimi anni. Hai sempre giustificato queste sue pecche attribuendole alla malattia e alla gente,  ma non hai fatto altro che aggravare il problema. Perchè lui è intimamente cattivo. Provoca e dice cattiverie a profusione, salvo poi piagnucolare nel momento in cui ha bisogno di qualcuno che in tua assenza risolva i suoi problemi. E quel qualcuno sono io. Ma passata l'emergenza riemerge il suo odioso comportamento e cerca di fare col sottoscritto quel che faceva con te, avvelenandoti a piccole dosi giorno per giorno. Ma fortunatamente, non condividiamo lo stesso punto di vista. Fossimo stati nella stessa stanza credo che stasera, dopo l'exploit telefonico gli avrei messo le mani addosso, in primis per quello che ha detto ed in secundis per aver provato a farmi fare la figura dello stupido. È una cosa che non ho mai permesso a nessuno, tantomeno a chi, come lui, reputo di gran lunga inferiore a me. So che sto dicendo una marea di cattiverie, ma davvero non riesco a fermarmi. Due mesi a domani mi sei spirata davanti e lui va a dire in giro che sta soffrendo piú di me. Ma che diavolo ne sa di quel che provo? Non c'era lui a vegliarti in ospedale e non c'era nemmeno quando nell'infanzia e nell'adolescenza ho avuto bisogno d'aiuto. Eravamo tu e io. Non lui, quello strano essere che guardava la tv e criticava. Per te era un buon marito, per me una persona che non sono mai riusicito a capire. Odio il su piangersi addosso e il ricercare continuamente la compassione della gente. Odio tutta la sua famiglia, che ti ha trattato come sappiamo e la sua fretta di giungere a una folle riconciliazione a cosí breve distanza dalla tua morte. Se esistesse un inferno penso finirebbero tutti lí, in compagnia di quella strega di sua madre.
Odio, infine, l'averti promesso, poco prima che ti operassero, che se ti fosse successo qualcosa mi sarei preso cura di lui. Un bel bagno nella merda laverebbe via un pó della sua supponenza, del suo sentirsi uomo di mondo senza aver mai varcato la soglia di casa, ma la tua faccia sofferente mi costringerà a lanciargli seppur in ritardo un salvagente rosso, aggrappatosi al quale riprenderà con la sua spocchiosità da minimo sindacale.
Scusa lo sfogo mamma, ma stasera l'ho odiato profondamente, perchè nelle sue parole ho visto tutti gli anni che ti ha rubato. Magari come dice nonna il suo è un modo come un'altro di reagire alla tua mancanza, che per me risulta comunque inammissibile.
Perchè se sei uomo a sessant'anni ti prendi le tue reposnsabilità e non ti rifugi dietro a tuo figlio salvo poi insultarlo al primo giro utile. Scusa per lo sfogo e l'eccessiva franchezza, ma avevo bisogno di mettere nero su bianco questa tempesta, affinchè tu potessi leggerla. Non so quanto potró resistere prima di chiuderlo fuori dalla mia vita.

3 commenti:

  1. Mi sembra quasi male intromettermi in questa lettera così personale. Intervengo semplicemente per darti un consiglio,dal basso della mia saggezza, e cioè quello di cercare di tenere il maggior distacco mentale possibile da questi problemi.
    Purtroppo non possiamo scegliere i genitori, abbiamo quelli e non li possiamo cambiare.
    Io sono tornata a casa per le vacanze ormai da quasi un mese e in tutto questo tempo mio padre non è stato in grado di organizzare un incontro, neanche di mezz'ora. E dire che abita a 3 km da qui... L'ho visto ad una festa di paese, lì per lì neanche mi ha riconosciuta. Mi guardava da lontano, io lo salutavo sorridente (povera illusa) e lui neanche capiva chi ero. Ha realizzato quando sono arrivata a qualche centimetro da lui.
    Mi piace pensare che abbia problemi di vista.

    Insomma, scusami tu per l'intromissione.

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  2. Forse ti sembrerà strano, ma è dal giorno del primo post su mia madre che ti ho sentita particolarmente vicina, almeno in rapporto ai problemi che con le dovute differenze ci affliggono e ci accomunano. Un pó per il tuo essere avulsa rispetto al mio mondo, un pó perchè mi dai l'idea di aver sofferto, trovo maggior conforto nel tuo commento in punta di piedi che nelle sentenze, non richieste, delle sempre troppo spensierate persone che mi gravitano attorno. Sul non farmi coinvolgere mentalmente ci stó lavorando, ma da buon passionale (o purasangre per dirla alla spagnola) ho una certa difficoltà a dividere le emozioni dal quotidiano. Ogni volta che sto per perdere le staffe, in mancanza di diottrie, mi consolo coi brocardi latiini al grido di "mater semper certa est, pater numquam"
    P.S. Domattina mi trascineranno per la seconda in Liguria, con l'inganno del torneo di calcetto. Game Over.

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  3. Purtroppo ho sofferto davvero, un po' come tutti d'altronde. Sostengo però vivamente che ciò che non uccide fortifica e per lo meno da certe esperienze negative sono riuscita a trarre qualcosa di positivo.

    Piena solidarietà per la tua giornata ligure. Ti penserò un attimo domani, come si fa nei minuti di silenzio in onore delle vittime di qualcosa (in questo caso vittima dell'inganno del calcetto), prima di tuffarmi nel mio mare calabrese che per fortuna di oleoso ha ben poco!

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