lunedì 13 agosto 2012

Mio zio, l'assemblea condominiale & io.

L'avessi presentato al mio capo il suo commento sarebbe stato "Suo zio ha un grande senso della famiglia!" Come dargli torto, se d'altro canto, nel giro di trent'anni è riuscito a farne e disfarne tre, in maniera del tutto logica e consequenziale.
Sessant'anni malamente dissimulati, fisico asciutto e baffo malandrino, questo l'identikit del principale diffusore del patrimonio genetico familiare nel mondo.
Fosse solo un provolone come tanti nulla da dire, ma lui, al pari di un virus deve necessariamente congiungersi con l'organismo ospite per poi, proficuamente, riprodursi.
Cosí, negli anni, ho imparato che l'estate avrebbe portato con sé nuovi ed inattesi cugini, capaci di materializzarsi tra la cucina ed il soggiorno di casa nel corso del mese di agosto.
La scena era sempre la stessa: prima faceva le corna alla moglie di turno che lo metteva alla porta, poi arrivava in Sardegna con pargoli al seguito e quí, stanti le fattezze streghesche di mia nonna paterna e delle altre zie riparava a casa nostra, sinonimo di famiglia con la F maiuscola.
Non che da un anno all' altro poi ricordassi i nomi dei vari cugini, già che nella mia visione monocorde del mondo facevo molta fatica ad accettare la dipartita della precedente zia, che magari si era già comprata il mio affetto con qualche inatteso regalo.
Per farla breve il mio caro zio si è palesato innanzi a me anche in questo torrido mese di agosto, con tanto di neo cuginetti leghisti. Ebbene sí, due pargoli padani cresciuti a pane (pardon, polenta) e Borghezio, di quelli che già dalla tenera età girano col cappuccio puntuto dei KKK e guardano con malcelato disprezzo qualsiasi cosa provenga da sotto al Po.
Insomma, le mie ultime giornate feriali sono state per cosí dire rallegrate da questo insolito ensemble, con tanto di accesi dibattiti elettorali tra mio padre ed il mio cugino comu e le due piccole camicie verdi. Posto che mio padre ha l'etá mentale e cognitiva di un bambino di sei anni caduto dal seggiolone, di tanto in tanto mi veniva voglia di abbandonare le mie occupazioni, dare un paio di ceffoni a casaccio e mettere l'intera truppa in punizione, magari in ginocchio sui ceci, di rigorosa produzione locale.
Purtroppo peró mio zio era lí ad ingabbiarmi con quelle che io chiamo balle da delirio competitivo. Poveretto, considerata che l'etá media delle donne del paesello sfora abbondantemente gli ottanta c'era anche da capirlo. Quindi, abbandonata ogni velleità di conquista verso nonna Immacolata e zia Addolorata, cercava di convincermi di cose che non stanno ne in cielo ne in terra. Quí di seguito un piccolo estratto delle sue affermazioni ai limiti della fantascienza (e oltre...):
"A quattro anni ho guidato un camion"
"Corro nel campionato italiano rally" (si producono a suffragio di detta ipotesi foto sfuocate)"
"Sono stato in testa per ben due tappe della summenzionata corsa"
"L'assenza di sponsor mi ha privato della meritata vittoria finale"
"Ho fatto la Milano Varese in 22 minuti netti" (una volta forse anche in bici)
"Candolini, quello della grappa prima di esportarla in America mi chiede di assaggiarla"
"Nel mio orto crescevano angurie da 27 kg"
"Da piccolo avevo un cane quasi parlante"
Chi legge capirà come per il sottoscritto alla settima od ottava bordata di questo tipo sia praticamente impossibile non reagire, quantomeno per evitare che la casa crolli sotto il peso di tali stronzate titaniche.
C'è da dire poi, che in tal senso vedono e provvedono i suoi stessi figlioletti, che dall'alto della loro fase preadolescenziale lo ammoniscono rassegnati con un "Dai papà piantala!"
In questo mare magnum di controsensi, poi, vuoi mica perderti l'assemblea di condominio della casa al mare?! Opportuna come il mal di denti al Venerdí sera giunge immancabile ogni estate a funestare i miei ultimi giorni di vacanza.
Ricorda neanche tanto vagamente le assemblee di fantozziana memoria, dove dopo un paio di cordialissime strette di mano i partecipanti cominciavano a a darsele di santa ragione.
Il tutto comincia sempre con nove nuclei familiari che si ritrovano nel giardino condominiale per deliberare su un bilancio perennemente in rosso redatto da un amministratore maldestramente disonesto.
"Venga Avvocato, si sieda vicino a me" mi intima con ghigno ferino la vecchia dell'ultimo piano, aggiungendo poi un "oggi conto su di lei per cantargliene quattro!" A me, naturalmente non ne puó fregar di meno, avendo come unico obiettivo quello di pagare e tornarmene a casa nel minor tempo possibile.
Cosí non è, dato che avendo un amministratore genovese che in gioventú impagliava bestie morte, i vari condomini non si fidano e pretendono la rendicontazione dei singoli centesimi.
Lui, che puzza come un caprone e ha l'occhio destro che manda al diavolo il sinistro, prima svolge nei miei confronti una sperticata captatio benevolentiae e poi, vedendosi ignorato tira fuori dei fogli excel disperaamente imbastiti la sera prima al grido di "carta canta!" cercando, invano, di spiegare come le riparazioni effettuate in casa sua siano magicamente finite sul conto comune o del perchè quattro lampade alogene costino quanto i gioielli della corona inglese.
La vecchia di prima, spalleggiata dalla figlia matta della sua dirimpettaia, inizia allora a chiedergli di produrre le fatture per le riparazioni imputate tra le spese generali, ottenendo in tutta risposta una serie di incomprensibili grugniti che, immancabilmente terminano in una risposta infantile e geniale al tempo stesso "Ma perchè non siete venuti a chiedermele prima queste cose?!" Anche se non lo ammetteró mai, sono intimamente convinto del fatto che una simile risposta lok renda un essere superiore a tutti noi.
I toni, conseguentemente alle reticenze del nostro infido amministratore iniziano a salire, con la vecchia che sopraffatta dalla depressione inizia a piangere e la matta che terminato l'effetto Tavor inizia a insultare l'impagliatore genovese con epiteti irripetibili.
A questo punto della storia, ogni narrazione degna di nota dovrebbe produrre un deus ex machina che sbrighi la matassa, cosa che peraltro accade con una certa regolarità. Sulla divinità di tale soggetto avrei le mie riserve, ma di macchine, da quando lo conosco ne ha cmabiate parecchie. Di nome fa Bachisio ed è un odontotecnico. Se ne da un sacco, quasi fosse il dentista delle star di Hollywood e non al contrario il riparadentiere delle casalinghe di Pinerolo. Lui è l'antimatta, nel senso che in un imbarazzante sardo-piemontese inizia a urlare piú forte di lei e a gesticolare con estrema eloquenza. A spalleggiarlo, alla bisogna, il suo migliore amico, che fa l'agente funebre (...grattatina ai gioielli di famiglia...) ed ha una somiglianza impressionante con il cinghiale del digestivo Brioschi. La matta quasi sempre perde e lí per me sono uccelli per diabetici. Nel senso che inizia l'interrogazione di diritto privato su una non meglio precisata causa da intentare contro il costruttore, che ha fatto progettare gli scarichi da Topo Gigio. Roba che alla mia dirimpettaia escono gli spaghetti dalla doccia e a me... lasciamo perdere! In ogni caso vengo tartassato di domande su problemi che spesso non sono minimamente afferenti al caso in esame, tipo la bis-cugina laterale che vuole separarsi consensualmente o quello che vorrebbe trasferire il domicilio fiscale in Svizzera. Alle brutte, con estrema calma, spiego agli astanti che difficilmente potrei patrocinarla io quella causa, che sarebbe meglio cercare uni del posto, che i costi medi per un atto di citazione relativo a cause di valore superiore al milione di euro è di almeno 8-10 mila euro, comprensivi di diritti ed onorari, senza poi contare che tra l'avvio del procedimento e la sentenza di primo grado potrebbe passare un tempo indefinitamente ricompreso tra i sei ed i dodici anni. Questo tendenzialmente li fa tacere o quantomeno mi fa guadagnare il tempo necessario per rifurgiarmi in casa, al riparo da questa folla inferocita.
Alla fine si paga. Ognuno alla sua maniera. Nel senso che l'odontotecnico ed il beccamorto fanno i crapuloni, lasciandoci sempre cinquanta euro in piú del dovuto e costringendo anche me a malincuore, ad estrare dal portafoglio la solenne banconota cartacea, che da lí a poco l'amministratore mi strapperà non senza difficoltà dalla mano destra. poi c'è tale Anne, una francese panciuta e fiera sposata con uno che ha 57 anni piú di lei e non si decide a morire. Lei è indietro dal 95 coi pagamenti e francamente sono convnto del fatto che regolarizzare la sua posizione debitoria equivalga a ristrutturare il debito della grecia.
Forse ci sarebbe anche qualcosa da raccontare anche suo sottoscritto, che in questo iter narrativo compare solo come miglior attore non protagonista.
Ma cosa ci posso fare se stasera non mi va di stare al centro della scena?!

5 commenti:

  1. Nella tua famiglia, a quanto pare, non ci si annoia mai in mezzo a tutti questi latin lover!

    Mi sono divertita a leggere dell'assemblea condominiale, avrei voluto che ci fosse una telecamere nascosta da qualche parte per vedere le scene varie, le facce della gente che cerca il punto di scontro e la tua scocciata che non vedi l'ora di andar via e magari sei seduto su qualche sedia mezzo scomposto,in fondo, pronto a guardare sempre l'orologio per vedere che ore sono.
    Che poi, una riunione condominiale in pieno agosto, non è triste?

    RispondiElimina
  2. Direi che mio zio ad esser generosi è la parodia della caricatura di un latin lover! Ricordo ancora la faccia sconsolata della mia povera mamma che non più di un anno fa fissandolo dritto negli occhi gli dava del cretino.
    Per quanto riguarda l'assemblea la più grossa fregatura è che ci si dispone attorno a un tavolone rotondo modello Re' Artù e io resto sempre invischiato tra due persone in aperto contrasto. Ho il fondato sospetto che fossi nascosta dietro all'albero di limoni del giardino, dato che hai descritto in maniera a dir poco perfetta la mia mimica corporale!
    Triste lo è indubbiamente, una riunione condominiale in agosto, ma il problema è che come in tutte le seconde case la gente ci sta solo in quel periodo... Non so cosa pagherei per poter andare al mare d'inverno, alla ricerca di quella spiaggia deserta che tanto ti piace...

    RispondiElimina
  3. Caspita... in mezzo a due fuochi anche! Abbi pazienza, in fondo queste situazioni finiscono col fare ridere un po' se prese nel giusto modo.
    A me capita questo alla posta del mio paese. Mia madre mi ci manda ogni volta che torno a casa, perchè andarci equivale praticamente a perdere un'intera mattinata.
    Io ci vado presto, prendo il mio numero, mi siedo in un angolo e mi godo lo spettacolo. Vecchie che non capiscono quale pulsante devono premere per prendere il numero giusto, operazioni postali collettive perchè nessuno ha capito ancora che la linea gialla ha una sua utilità e non è lì per dar colore all'ambiente, tamarri che si incontrano dopo chissà quanto e intraprendono assurde conversazioni in dialetto... Insomma, io li guardo e me la rido. E' uno spasso!

    RispondiElimina
  4. Ed aggiungerei: otto spoortelli ed una sola impiegata nei giorni di pensione (mentre le altre se la contano al bar di fronte...), vecchie col carrellino della spesa pronte a farti un bel sorpasso ai box e appuntato dei carabinieri con 156 raccomandate a/r da spedire. Tutti prima di te, naturalmente!

    RispondiElimina
  5. Uno zio singolare direi.
    Non mi ricordare le riunioni condominiali perché noi che siamo in 6 siamo peggio di un esercito!

    Un abbraccio

    RispondiElimina