lunedì 14 maggio 2012

Lunedì, il divano ed io.

I miei pensieri ne approfittano per nascondersi nella penombra del soggiorno, disordinatamente svogliati, in questo lunedì di metà maggio che parla d'autunno, nel senso di una sovrapposizione tra malinconia e maltempo. Sto seduto su un divano ingombro, stretto tra un codice di rito che si litiga il posto con il cuscino ed una cravatta rosso cardinalizio che al pari del suo padrone ha visto giorni migliori. Penombra, dunque. Un pò per la lampadina del soggiorno, che sabato mi ha detto addio e ha sbattuto la porta, come quelle ex che sentendosi poco considerate escono di scena senza lesinare effetti speciali, intonando una qualche frase ad effetto, con l'unico scopo di farti sentire stronzo. Un pò, aggiungerei, per questa situazione di disarmo generale che mi trovo attorno e che sembra aver preso il sopravvento sui miei intempestivi propositi di rivoluzione. Il sonno è un intervallo tra una sconfitta e l'altra, semprechè non sia popolato da incubi, sentenziava impietosa una delle più note leggi di Murphy ed i primi mesi di questo 2012 sembrano andare nettamente in questa direzione. A farmi letteralmente infuriare è l'impossibilità di gestire gli eventi esercitando quella prerogativa esistenziale che il Prof. di Diritto Costituzionale chiamava "facoltà d'indirizzo". Non sono pienamente soddisfatto della vita che vivo. O nella migliore delle ipotesi lo sono a giorni alterni. Ma la necessità del cambiamento mal si contempera con la realtà quotidiana, avida di compromessi e scelte politicamente corrette. In giorni come questo ci vorrebbero due sole cose: un biglietto di sola andata per una di quelle destinazioni esotiche che si fantasticavano da bambini ed un collo sufficientemente rigido da non consentire nosalgici sguardi all'indietro.
Credo  infilerei la mia laurea in un cassetto per andare a produrre vino in qualche posto che da sul mare,  fermandomi ogni tanto ad annusare l'odore di tannino e salsedine. Il tempo lo sbeffeggerei, come quegli allegri nonnetti delle isole greche che trascorrono le giornate intervallando il meltemi ed il canto al ritmo dell'abitudine, consci del fatto che affronteranno da centenari quel passaggio intermedio chiamato morte,  osservandolo, sereni, da una tomba idealmente orientata ad est. Per inciso: ostinatamente protesa verso l'idea di ciò che verrà (l'alba) e refrattaria rispetto a tutto quello che è già stato (tramonti inclusi).
Sarà per questo che oggi, dopo uno di quei fine settimana in cui le cose accadono sequenziando geneticamente  il DNA della disperazione, mi sentivo un pò come uno di quei sopravvissuti alla madre di tutte le catastrofi, che sconsolato ed infreddolito osserva da un'altura la fine prematura ed improvvisa della società. Così, mentre prima di uscire dall'ufficio radunavo le carte in vista della mia trasferta felsinea di domattina, ragionando sulla pianificazione quasi militaresca delle operazioni da compiere, mi tornava in mente una geniale citazione di Munich in base alla quale "non è degli agilli la corsa ne dei forti la guerra, perchè il tempo ed il caso raggiungono ogni uomo". Assolutamente calzante rispetto alla mia condizione odierna. Anche troppo, forse.

6 commenti:

  1. Riflessioni interessanti. Ma dopo la tempesta viene sempre il sereno e a volte lasciare la laurea in un cassetto non è così negativo (parlo per esperienza personale).

    Baci

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  2. Il problema è che il mio cielo azzuro post-tempesta nasconde sempre qualche nuvola fantozziana, mentre la mia laurea... Beh, quella uscirebbe dal cassetto e verrebbe a cercarmi con insani principi di vendetta;)
    Ti auguro un buon inizio di giornata!

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  3. Bah... che poi io sono così felice a spalare la pupu dei cani del canile. Il mio lavoro dei sogni sarebbe "l'accarezzatrice di animali" o un altro abbastanza quotato è "la collaudatrice di telecomandi" faccio zapping talmente bene che riesco a vedere fino a quattro programmi contemporaneamente. So' soddisfazioni!
    Con le prospettive attuali per un laureato nel nostro Paese, direi che il vino o lo spalare cacca sono scelte infinitamente più allettanti, vuoi mettere l'invidia della gente quando saresti super abbronzato tutto l'anno?!

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  4. Mi hai dato un'idea: farò il collaudatore di pasticcerie, salvo lasciarci le cosiddette piume tra 2 o 3 anni a causa di uno shock iperglicemico fulminante...In ogni caso la mia sarà una dolce morte!
    Caccologicamente parlando ho un'esperienza episodica ma estremamente intensa maturata sotto la supervisione di Boris, il pastore del caucaso che vive nel giardino dei miei, dove oltre a terrorizzare i postini si diletta, appunto, a... fertilizzare...
    Sulle prospettive future mi sento come il ragazzo di campagna di pozzettiana memoria, tanto che le mie, domanttina, mi porteranno a difendere uno che ubriaco marcio si è scagliato addosso ad un poliziotto... Ma questa, è un'altra storia...

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