domenica 6 maggio 2012

Wake Up!

Ammetto che se me lo avessero raccontanto all'inizio della settimana scorsa mi sarei messo a ridere...Sveglia alle 5.20 antelucane e via davanti al pc a finire di correggere una bella opposizione che tra meno di quattro ore dovrò depositare nella vicina sede staccata del Tribunale, uno di quei posti dimenticati da Dio e dagli uomini che solo in Italia hanno senso di esistere. Inaugurata nell'anno del mai con lo scopo abbastanza cervellotico di avvicinare la giustizia ai cittadini, questo "ameno" luogo del diritto si trova al piano ammezzato di un palazzo d'epoca fascista, con tanto di scalonate marmoree e pretenziosi portoni d'accesso. Ogni visita, di per se, è un salto all'indietro nel tempo, nel senso che arrivato sul posto, ho la netta sensazione di trovarmi nei primi anni 40 o giù di lì, pronto a ricevere un cameratesco saluto da qualcuno dei presenti. Il mobilio d'altra parte lascia poco spazio all'immaginazione,  con degli scaffali simil mogano che sarebbero stati vecchi anche per mia nonna ed un mix di panche di legno e poltrone in ecopelle. Degna di nota è sicuramente l'aula d'udienza, con un immenso lampadario a forma di dodecaedro ed un ancor più mastodontico crocifisso a incombere sopra lo scranno del giudice. Entrambi danno l'idea di essere fissati al muro in maniera assolutamente precaria, così che durante la discussione finale delle udienze penali, tengo sempre lo sguardo fisso verso l'alto, terrorizzato dall'idea che qualcosa possa cascarmi in testa da un momento all'altro. I personaggi che ci lavorano dentro poi, meriterebbero una catalogazione individuale ed approfondita, in quanto a propria volta, sembrano venuti fuori da un qualche film trash degli anni 70. La palma del migliore se la contendono un cancelliere con look da film poliziottesco e occhialoni da vista bruniti ed un archivista sordo che assomiglia a Totò. Però, a differenza del leggendario comico napoletano, questo non è mai riuscito a strapparmi grosse risate, se non quella mattina di tre anni fa in cui, dopo avergli chiesto quelle dodici o tredici volte la stessa cosa, ricevendo null'altro che dei criptici cenni d'assenso, andavo su tutte le furie, con lui imperturbabile ed una ragazza di passaggio che sconsolata affermava: "Tanto non ti sente".
Finendo di scrivere questo post, mi auguro un buon inizio di settimana,  con tanto di sottofondo musicale dei Brunori Sas ed un idealissimo e parecchio zen "Rilassati e prendila così..."

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